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Waves fa causa agli studi pirata

Waves, una delle più famose software house del mondo, ha deciso di adottare una politica di "tolleranza zero" nei confronti della pirateria.
Da diversi mesi se ne parlava su alcuni forum stranieri, grazie alle testimonianze di alcuni utenti inglesi e americani.
Sembrava stesse divenendo una sorta di leggenda metropolitana (e proprio per paura di questo avevamo scelto di non trattare ancora l'argomento), ed invece la cosa è ora pienamente confermata anche da parte di rappresentanti della stessa software house israeliana, come potrete leggere più sotto.
Prendete un cocktail, rilassatevi e godetevi lo scandalo dell'estate; ora avete anche voi un argomento per le chiacchiere sotto l'ombrellone...


La storia inizia più o meno sempre così: il titolare di uno studio di registrazione riceve una richiesta di booking, ma per garantirsi il lavoro deve possedere dei plug-in Waves. Il potenziale cliente va poi a visitare lo studio e fra le varie cose, si accerta che effettivamente i plug-in richiesti ci siano.
In realtà non si tratta affatto di un cliente, ma di una sorta di "agente segreto"/investigatore privato inviato appunto da Waves (o meglio, da una società, BanPiracy, esperta in materia di pirateria e collegata a Waves), che all'insaputa del titolare registra delle informazioni (pare in video) su quanto accade in studio. Se la copia del software si rivela essere un crack, dei solerti avvocati qualche tempo dopo inviano una lettera al titolare dello studio, dove si evidenzia il possesso di software piratato e si richiedono dei pagamenti salatissimi (il costo del software maggiorato di almeno 3 o 4 volte, a copertura danni), pena prosecuzione dell'azione legale.
La notizia è stata ufficializzata oggi dal magazine anglosassone ProSoundEurope, e secondo l'articolo, nell'azione legale sono coinvolti almeno 6 grandi studi inglesi e una grossa istituzione scolastica .
Per quello che abbiamo potuto leggere nei forum in questi mesi, è plausibile invece dire che fra Stati Uniti e Regno Unito i casi siano sino ad ora almeno una ventina. E di sicuro il numero è destinato a crescere, visto che le azioni legali potrebbero iniziare ad interessare anche altri paesi.
Sempre nello stesso articolo c'è anche una dichiarazione (di guerra) ufficiale di Gilad Keren, CEO di Waves, secondo il quale "oltre il 50% degli studi utilizza software rubato o pirata, di Waves e altre case... Se questo abuso continua gli sviluppatori falliranno, dunque non ci sarà più innovazione, e non ci sarà più audio software... I nostri metodi sono etici e legali, gli esperti di BanPiracy hanno molta esperienza nell'esigere i danni derivanti dalla pirateria software e hanno familiarità con le leggi dei diversi paesi...Il problema della pirateria riguarda sviluppatori, aziende, clienti, studi, tecnici del suono, creatori di contenuti, in tutto il mondo... E Waves è orgogliosa di essere parte della soluzione".

 

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