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PolyKB, recensione di un sintetizzatore unico

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Dagli autori di XILS 3 (ispirato al VCS-3), ecco il remake di un classico sintetizzatore francese, l’RSF PolyKobol. Sono stati prodotti solo 30 di questi synth a metà anni ’80, nello stesso periodo di uscita del DX7. L’unicità di questo sintetizzatore era una funzione, mai sentita prima in altri synth analogici, che permetteva la modulazione continua della forma d’onda. Era dunque possibile passare rapidamente tra forme d’onda diverse e ottenere variazioni nei timbri fondamentali, piuttosto che scegliere un solo tipo di oscillatore come avveniva su un Roland SH101 o un Moog.

Ecco il PolyKobol originale in azione.


PolyKB è un sintetizzatore polifonico sottrattivo basato sul morphing di due waveform, oscillatori privi di aliasing e un filtro passa basso a 4 poli capace di auto-oscillazione. Riuscire a ottenere una versione software del Poly Kobol che riproducesse lo stesso effetto come nell’originale - il passaggio continuo tra oscillatori - si è rivelato un lavoro per nulla semplice (maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina dello sviluppatore)!

Come suona?

Naturalmente il vero punto interrogativo è il suono, e sfortunatamente non ho a disposizione un PolyKobol originale per un test comparativo esatto. Tuttavia le prime impressioni sono importanti, e devo dire che utilizzando il synth in diversi contesti sono stato immediatamente colpito dalla sua versatilità e reattività.
E' davvero facile ottenere dal PolyKB bassi imponenti, splendidi pad, lead striduli e stranezze varie. Naturalmente sono stato da subito curioso di sentire come avrebbe suonato la selezione continua delle forme d’onda, che si può regolare attraverso i selettori “waveform”, uno per ciascun oscillatore. Si può passare da una forma triangle pura con il selettore tutto a sinistra, a un narrow pulse quando è a destra, ma con continuità; si può impostare una forma a saw, double saw o square saw, oltre a tutti i settaggi intermedi. Naturalmente è possibile modulare questo parametro con LFO, Envelope e altro per ottenere suoni dinamici e ricchi. Se si imposta la sincronizzazione tra l’oscillatore 1 e l’oscillatore 2, ogni volta che parte il ciclo dell’oscillatore 1 viene forzato anche l’oscillatore 2 a iniziarlo, così che ogni volta che viene modulato il waveform di ciascun oscillatore il risultato è allo stesso tempo pazzesco ma anche piacevole e preciso.
Date un ascolto a come suonano entrambi gli oscillatori suonati assieme con il secondo oscillatore che passa in maniera continua da Triangle a Saw a Double Saw a Square a Pulse.

(NOTA: alcuni di questi file di test sono piuttosto “spinti”, dunque abbassate il volume se tenete alle vostre orecchie!)



Il filtro

E ora il filtro! Sì, il filtro – come nell’originale PolyKB, c’è un solo filtro che consiste in un accurato low-pass dinamico a 4 poli e auto-oscillante, con un drive opzionale che può essere posizionato prima o dopo il filtro. Quest’ultima è una piccola e interessante caratteristica, non presente nel synth originale, e a seconda di dove viene posizionato il drive (prima o dopo il filtro) è possibile ottenere un accurato rafforzamento dei bassi o una sorta di effetto di saturazione.
Il filtro in sé è eccezionale, privo di artefatti e fluido. L’ho trovato molto utile e a volte "impressionante" se usato insieme a una lieve risonanza sugli alti!
Il filtro ha un proprio ADSR dedicato (anche se quest’ultimo può essere assegnato ad altre parti del synth) e include una modalità loop. In modalità loop, finchè viene tenuta la nota, l’envelope generator (EG) va dall’attacco al rilascio bypassando lo stadio di sustain – un’opzione eccezionale se usato per kick drum ritmici! Il PolyKB include due EG di cui il primo assegnato al livello dell’output (VCA) e il secondo dedicato al filtro. Grazie alla sezione dedicata alla modulazione, gli EG possono tuttavia essere utilizzati per un’ampia gamma di scopi differenti.



Gli LFO

PolyKB dispone di due Low Frequency Oscillator (LFO), utilizzati come fonte per la modulazione, con le forme di Triangle, Square, Sawtooth, Noise e Pulse, oppure con la possibilità di usare tutte queste forme contemporaneamente per ottenere dei risultati pazzeschi.
Qui un esempio di LFO impostato su Triangle che modula i due oscillatori a frequenze differenti.



Qui invece l’LFO è impostato su Noise.



E ora con tutti le forme d'onda contemporaneamente.



Modulazione

Al di là di tutte le caratteristiche base, PolyKB dispone di una sezione per la modulazione completa, che permette di ottenere un’ampia gamma di suoni. La sezione presenta cinque fonti di modulazione prestabilite: LFO1, Noise, filtro ADSR2, VCO2 e Velocity. In aggiunta a queste fonti, è possibile selezionarne altre due. Dal menù si accede a svariate fonti (ADSR1, LFO2, pink noise, output del sequencer e molto altro). Ogni sorgente può modulare cinque destinazioni prefissate – i livelli di VCO1 e VCO2, le forme di VCO1 e VCO2 e la frequenza del filtro. In aggiunta a queste, è possibile impostare diverse altre destinazioni, selezionabili dal menù (livelli di VCO1 e VCO2, risonanza del filtro, parametri del filtro ADSR, frequenza di LFO1 e LFO2 e altro).
Impostare la modulazione è estremamente semplice: sorgente e destinazione sono connesse tramite uno switch, mentre una manopola imposta il livello del segnale sorgente.
La modulazione della forma d’onda dell’oscillatore è una peculiarità del PolyKB. Una forte modulazione agisce da morphing tra differenti forme d’onda (da triangle a pulse). Una modulazione bassa invece è abbastanza simile a una classica modulazione pulse width, a seconda di come sono impostate le forma d’onda.
Sono convinto che sia la modulazione a fare la vera differenza tra un synth e l’altro. Gli oscillatori naturalmente sono importanti e spesso determinano il suono, ma le possibilità di modulazione rendono il synth quello che è, e questo synth in particolare potrebbe entrare a far parte dei miei preferiti. Modulazione del waveform con LFO, filtro EG ciclico e un’ampia libertà nell’abbinamento di sorgenti e destinazioni sono esattamente ciò di cui avevo bisogno!

Serve un arpeggiatore?

PolyKB mette a disposizione un arpeggiatore semplice ma molto utile. Sono disponibili tre modalità: Up, le note sono suonate dalla più bassa alla più alta. Down, le note sono suonate dalla più alta alla più bassa. Up/Down, le note sono suonate prima in una direzione, poi nell’altra. Se non viene selezionata nessuna di queste modalità, l’ordine è casuale.
Se attivate il pulsante Oct, il ciclo viene suonato in un’altra ottava prima di ricominciare.
Fantastico, eh? Comunque, lasciamo stare quest’opzione per un attimo e diamo un’occhiata all’altra funzione per creare sequenze, ossia il sequencer integrato!
PolyKB ha un potente sequencer, utile per creare sequenze complesse ed effetti speciali incredibili.

Innanzitutto, il sequencer è polifonico, dunque permette di registrare/riprodurre fino a 8 tracce con sequenze differenti. Il pulsante Voice Select permette di selezionare quali tracce verranno registrate o riprodotte. Se selezionate contemporaneamente Record e Play, registrerete solo la traccia selezionata mentre ascolterete le altre.

Occorre sicuramente abituarsi a questa modo ‘old-skool’ di utilizzare il sequencer, in quanto non è disponibile un’opzione di undo e le note registrate non possono essere spostate, a meno di non risuonarle! Sono bastati comunque il sequencer e i parametri di modulazione disponibili per farmi divertire. I valori di uscita del sequencer integrato sono nascosti, il che inizialmente può creare un po’ di confusione. Ma la sua potenza e versatilità, se confrontati con la maggior parte dei sequencer analogici dell’epoca, sono un’ottima ragione per provarlo!
Accanto al sequencer troviamo un’opzione divertente, ossia il modulo “Stereo Space Positioning”, che permette di posizionare ogni singola voce disponibile nello spazio stereofonico. Basta ciccare su una delle voci nella barra di posizionamento bidimensionale e spostarla a sinistra, destra, oppure a una distanza qualunque dai due microfoni simulati. Questi microfoni hanno un pattern di tipo cardioide e possono essere orientati grazie alla manopola Mic. Possono inoltre essere spostati per ottenere effetti stereo più ampi o chiusi. Per divertirvi con quest’opzione dovete attivare il pulsante “Stereo”, in modo da far partire l’effetto panning.
Un’altra aggiunta al synth sono gli effetti integrati – Delay e Chorus: per entrambi è possibile impostare i parametri di feedback, frequenza e Dry/Wet.

Conclusioni

Prendere familiarità con il synth è semplice, e l’interfaccia è fantastica: ampia, piacevole; alla Xils-Lab hanno fatto un gran lavoro nel modellare il synth sulla base dell’originale. È disponibile un selettore per quasi tutte le opzioni, anche se per aumentare le possibilità di intervento sul suono sono stati aggiunti sei menù: due per le sorgenti, quattro per le destinazioni, tutti come liste pop-up ma veloci e semplici da utilizzare, e accessibili direttamente dall’interfaccia del synth. Naturalmente ogni parametro può essere modificato con il mouse o con un controller midi – la rotella del mio mouse è impostata per controllare ogni selettore sul quale si trova. Serve una modifica di precisione a qualcosa? È sufficiente cliccare con il tasto destro e sarà possibile muovere la manopola intervalli più piccoli.
Questo è senza ombra di dubbio un synth incredibilmente versatile, che sfrutta alcune modalità ‘old-skool’ di programmazione e un motore audio eccezionale. Nel corso di una notte è diventato uno dei miei synth preferiti e non riesco a stancarmi del sequencer integrato e della versatilità dei parametri di modulazione. È tutto lì, di fronte a voi, con un’ampia e semplice interfaccia che vi lascerà con la voglia di sapere di più sul PolyKobol originale.

Prezzo
149.00 €. È richiesta un dongle iLok o eLicenser.
PolyKB è disponibile come plug-in per Mac OSX e Windows, nei formati RTAS, VST e AU (non è disponibile come applicazione standalone).

Questo synth potrebbe entrare a far parte dei miei preferiti...

Product page

PRO
  • Molto flessibile e semplice da utilizzare
  • Sequencer ed effetti integrati
  • La modulazione dei parametri offre un’ampia gamma di possibilità

O SI AMA O SI ODIA

  • Ora voglio quello vero!

CONTRO
  • L’LFO2 avrebbe dovuto essere sull’interfaccia
  • Autorizzazione con dongle (iLok o eLicenser), non il massimo per un synth


di Matthew Hodson. Matt è un musicista e un ingegnere del suono, lo trovate qui.

Traduzione a cura di Matteo Bovio
 

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