ATTENZIONE: la versione in italiano di ANR non è più aggiornata da molto tempo. Ti consigliamo di visitare la versione in inglese disponibile qui.
ATTENZIONE: la versione in italiano di ANR non è più aggiornata da molto tempo. Ti consigliamo di visitare la versione in inglese disponibile qui.
Off-the-record: Soniccharge
About:
interviste,
off-the-record,
plug-in,
software
Questa volta il nostro ospite è Magnus Lidström, la mente che sta dietro al synth Malström (inserito in Reason 2) e al nostro amato µTonic (o MicroTonic), pubblicato dal suo marchio personale, Sonic Charge. Magnus ci risponde dal cuore di una foresta svedese, dove sta meditando sul suo prossimo software...
Ti rende più orgoglioso o più annoiato il fatto che, quando si parla di te la prima cosa che salta fuori è: "ah, si, il tipo che ha lavorato sul quel synth per Reason 2..." ?
Se ci sono delle cose che si dicono di me ne sono naturalmente orgoglioso (beh, almeno se sono positive!). Certo, vuoi sempre migliorare rispetto a quanto fatto in precedenza, e onestamente sono sempre nervoso riguardo le mie nuove uscite. Piuttosto butterei dalla finestra i prodotti di cui non mi sento sicuro al 100%, anziche' pubblicarli giusto per sfruttare la mia reputazione. Dunque la risposta alla tua domanda è in un certo senso, un pò entrambe le cose. Probabilmente mi scoccerebbe se Malström si rivelasse l'unica cosa che la gente ricordasse di me, ma allo stesso tempo già l'essere ricordato è di per se sufficiente.
Perchè hai creato il tuo marchio SonicCharge per pubblicare Microtonic? Nessun altro voleva farlo in quel momento?
No, non si tratta di questo. L'idea era di vedere se era possibile creare e vendere software completamente in proprio, attraverso l'uso esclusivo della distribuzione via internet. La mia intenzione originaria era quella di creare tanti piccoli plug-in, e una drum-machine sarebbe stata un ottimo modo per catturare l'attenzione verso il sito. Dopo aver dedicato diversi mesi allo sviluppo di MicroTonic, ho fatto una completa inversione di marcia e ho deciso invece di focalizzare la mia attenzione nella realizzazione di un unico ed efficace prodotto.
Abbiamo già parlato in questo sito di MicroTonic, e come tanti altri pensiamo sia un piccolo gioiello. Che ne pensi tu, a qualche anno dalla sua creazione? E che ci dici del suo futuro?
Sono sinceramente sorpreso di quanto bene abbia resistito al passare del tempo. Quando l'ho pubblicato, nel 2003, pensavo che l'arco di vita di un plug-in non potesse superare i due anni. Ora MicroTonic è nel suo quarto anno di vita e continua a vendere meglio che mai (ma ovviamente io ho anche pubblicato alcuni aggiornamenti nel frattempo). Personalmente continuo a utilizzarlo molto, per qualche motivo non mi ha ancora stancato. Credo continuerò ad utilizzarlo ancora a lungo.
Come è venuta fuori l'idea del TinTonic? E' così, brillantemente, "nordic design"! Forse sarebbe il caso di venderla in tutto il mondo attraverso Ikea...
Ah ah, beh, devo dare tutto il credito in questo caso a Wolfgang Merkle di Bitplant. Evidentemente ci vuole un tedesco per creare qualcosa di cosi' tipicamente svedese, ah ah! In particolare, io non avrei mai avuto l'idea di mettere la memoria USB dentro un contenitore metallico. Quello e' un colpo di genio!
Parlando di drum machines basate su pattern, in generale sono piuttosto sorpreso che l'idea di base che sta dietro a questi oggetti non sia cambiata molto nel corso degli anni. Per esempio mi piacerebbe se fossero piu' flessibili e magari adattabili a tipologie di musiche meno rigide e lineari, rispetto a quanto di solito accade. Chiedo troppo?
No, ma forse più di quanto la gente si aspetterebbe. Quando ho progettato MicroTonic, volevo rimanere fedele al concetto originario di drum machine pattern based dei tardi anni '70/primi '80. La mancanza di flessibilità e la loro "rigidita'" erano dovute a limitazioni tecniche, ma alla fine hanno fatto si che la musica prodotta con questi strumenti suonasse diversa (pensa per esempio alla musica dance europea). L'unica innovazione che mi sono concesso dal punto di vista del pattern programming è stata quella di aggiungere i bottoni per il "fill".
Qual è la cosa più difficile nel tuo lavoro? Venir fuori con nuove idee, gli hacker, i bug o cos'altro?
Le idee nascono sugli alberi; sono le visioni e le capacità tecniche ad essere importanti. C'è quella frase "non è quello che fai, ma come lo fai", ecco, non potrei essere più d'accordo. A volte però, il mio stesso perfezionismo diventa il mio peggior nemico. Sapere quando fermarsi e dire "ok, andrà bene" è molto difficile soprattutto quando lavori da solo. Una delle più grandi complicazioni è costituita dal mantenere la completa compatibilità con tutti i vari sistemi operativi e i vari host. Almeno la metà del mio tempo di sviluppo se ne va proprio nella fase di test. La cosa positiva che ne deriva è che mi sbarazzo della maggior parte dei bug in una fase iniziale del processo di sviluppo, lasciandone pochi per le fasi beta e, almeno fino ad ora, praticamente nessuno nel software, una volta pubblicato.
Quando suoni quali sono gli strumenti e effetti di cui non puoi fare a meno, oltre naturalmente ai tuoi?
Sono sempre stato un minimalista per quanto riguarda l'arsenale che uso per il mio "caos musicale". Mi piace esplorare in profondità le possibilità di un set limitato di strumenti, piuttosto che esplorarne tanti in superficie. Per quanto riguarda i sintetizzatori, mi piace usare z3ta di rgc:audio, ABL di Audiorealism e i synth della Korg Legacy. Fra i miei effetti favoriti ci sono quelli di CamelAudio e Glitch di dblue
Artisti o generi musicali preferiti?
Temo di essere piuttosto prevedibile in quanto a gusti musicali. Mi piace la musica che spinge leggermente un pò più in là i confini del genere, senza farlo in maniera eccessiva. La buona musica è un pò come il buon software, ci devono essere degli elementi riconoscibili, come per esempio barre di scorrimento e menu, e in musica hai il classico 4/4 e certe progressioni di accordi. Ma ci deve essere anche un pò di innovazione, altrimenti non c'è unicità. E se una cosa non è unica, non c'è arte, e quando non è arte allora si tratta di mainstream, e a me non piace il mainstream. Ma non ancora risposto alla tua domanda. E' dura scegliere qualche nome, e allora metto iTunes in modalità Shuffle ti dico i primi dieci artisti estratti a sorte. Ecco qui: Legendary Pink Dots, Chicks On Speed, Aphex Twin, Morcheeba, Vangelis, Front 242, Sophie Rimheden, Boards of Canada, Peter Gabriel, Groove Armada. Piuttosto prevedibile, vero?
Il tuo lavoro più recente è la collaborazione su Addictive Drums, di XLN Audio. Quali sono i suoi punti di forza, rispetto ai più celebri concorrenti?
Addictive Drums è un pò come riuscire a infilare tanti muscoli sotto un abito di piccola taglia. Con le sue funzioni di mixer interno e i veloci tempi di caricamento puoi facilmente provare 20 diversi stili di produzione ritmica. Lars e Niklas (che hanno avuto l'idea quattro o cinque anni fa) sono musicisti professionisti e tecnici del suono, e penso che questo venga fuori nel prodotto finale. Suona bene, risponde in maniera rapida ed ha anche un bell'aspetto.
Hai mai pensato di implementare le tue idee in chiave hardware? E cosa ne pensi di queste nuove interfacce come gli schermi multitouch, etc.?
Un giorno mi piacerebbe darmi all'hardware. C'e' qualcosa di magico nel girare una vera manopola rispetto all'usare un mouse. Una cosa che proprio non mi piace del software, è il modo in cui velocemente si "decompone" se non è tenuto aggiornato dal produttore. Se lasci passare qualche anno senza aggiornamenti rischi di non riuscire più ad usarlo sul tuo nuovo computer con il nuovo sistema operativo. In questo modo il software perde valore piuttosto rapidamente, al contrario di quanto accade all'hardware, che se tenuto in buone condizioni può durare per decenni, e addirittura aumentare di valore. Circa le future tecnologie di interfaccia sono veramente intrigato da quelle interfacce multitouch di cui parli. Mentre le tastiere da computer (cosi come quelle midi e i controller midi con le manopole) sono destinate a restare, mi libererei volentieri del mouse anche domani!
Tornando a MicroTonic e in particolare alle faq del tuo sito (se non le avete mai lette, dovete assolutamente farlo!), sei poi riuscito a creare una "comprensibile interfaccia" per quel tuo algoritmo di voce robotica?
No. Ma la gente ama quella voce robotica. Io l'avevo messa per ricordare agli utenti della versione demo di comprare il software, ma alcuni mi hanno addirittura scritto esprimendo la loro delusione nell'aver visto sparire quel tizio e la sua voce dopo aver acquistato e registrato il software. E ho ascoltato almeno tre pezzi dove compaiono samples di quella voce, dunque penso sia ora di tirarne fuori un prodotto, ah ah...
Quale pensi che sia la relazione fra ambiente e lo sviluppo di nuovo software? So che stai passando del tempo in una foresta sperduta, e suppongo piuttosto disabitata, lissù in Svezia, e sono molto curioso delle tue prossime cose...
E' divertente il fatto che tu me lo chieda, perche' il mio prossimo prodotto targato Sonic Charge sarà qualcosa che ha più di un legame con l'ambiente. So che sei molto curioso e mi piacerebbe darti un pò di dettagli, ma per esperienza so che rivelare dei segreti su prodotti non ancora pubblicati rischia soltanto di mettermi in un angolo e limitare la mia libertà. Posso dirti solo che non hai mai visto un'interfaccia come quella prima d'ora, e che il modo in cui crei ed esplori i suoni sarà qualcosa di innovativo... qualcosa di organico.
Off-the-record: Soniccharge
2007-09-05T19:22:00+02:00
audionewsroom
interviste|off-the-record|plug-in|software|
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)